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Colli di Maremma

La Strada del Vino ufficiale alla scoperta dei vini e dei prodotti tipici dell'area

Uno dei migliori aspetti in assoluto del viaggiare in Toscana è quello culinario: i deliziosi sapori della regione con le varie sfumature locali, le genuine ricette della tradizione costituiscono parte integrante del fascino toscano. Proprio come per il Chianti - nome dato ad una certa zona di produzione vinicola - anche per la Maremma il nome sta ad indicare un'area non delimitata da confini provinciali, comunali o regionali, ma da un passato ricco di tradizioni e cultura.

La Maremma copre una striscia di terra che comprende la maggior parte della Toscana sud-occidentale e parte del Lazio settentrionale, accumunata da tradizioni che affondano le proprie radici negli eventi storici del suo passato. Questo vasto territorio, di circa 5000 km², corrisponde indicativamente a:

Caratterizzata da un paesaggio tutto particolare, fatto di colline e distese di terreno fertile, la Maremma è famosa per la sua ampia selezione di “mare e monti”; la sua cucina, infatti, si distingue per specialità sia di carne, che di formaggi e di pesce. Una terra situata vicino al litorale costiero che, però, è specializzata anche in selvaggina, funghi ed olio di oliva. Di seguito abbiamo elencato alcune delle specialità locali - che includono sia vini che prodotti deliziosi, che ti consigliamo di non farti scappare durante il tuo soggiorno in Maremma.

Cominciamo con il vino

La “Strada del Vino e dei Sapori” (l'itinerario tradizionale del vino e dei prodotti tipici) della Maremma è divisa in tre aree geografiche ben distinte: Monteregio di Massa Marittima Montecucco e dei Sapori d'Amiata e, il titolo di quest'articolo, i Colli di Maremma.

Quando facciamo riferimento ai vini dei Colli di Maremma, indichiamo una zona che comprende al suo interno 13 comuni: Campagnatico, Capalbio, Grosseto, Isola del Giglio, Magliano in Toscana, Manciano, Monte Argentario, Orbetello, Pitigliano, Roccalbegna, Scansano, Semproniano.  Lungo quest'itinerario, troverai vini D.O.C.G. (Morellino di Scansano) e D.O.C. (Ansonica dell'Argentario, Bianco di Pitigliano, Capalbio, Parrina e Sovana).

Morellino di Scansano

Secondo la tradizione, il Morellino deve il suo nome ai cavalli della baia denominati “morelli”, usati per trainare i carri degli ufficiali pubblici e delle loro famiglie in viaggio verso Scansano per il periodo estivo, questo perchè la qualità di questo vino ne richiama la forza ed il colore intenso del manto.

Uno dei vini forse più conosciuti a livello internazionale, riconosciuto come DOC nel 1978 ed in seguito DOCG nel 2007, è il Morellino di Scansano: il nome fa riferimento all'omonima località in provincia di Grosseto, dove Morellino è il nome locale dato alla varietà locale di uve Sangiovese.

Il clima è uno dei fattori chiave per la produzione di questo vino: essendo il mare molto vicino, è, infatti, tipicamente mediterraneo, caratterizzato da estati calde e soleggiate - perfette per la maturazione delle uve - e autunni e primavere molto piovose. Si tratta di un vino dal sapore fruttato, fresco e deciso, considerato armonioso e dalla bassa percentuale tanninica, che significa che è possibile trovarlo in vendita anche a meno di un anno di distanza dalla vendemmia (mentre il Morellino di Scansano Riserva viene invecchiato per almeno un anno in botti di legno, per essere messo in vendita due anni dopo la vendemmia).

In generale, il Morellino di Scansano è un vino rosso fruttato, caratterizzato da un corpo medio e da piacevole equilibrio al palato con un finale lungo. Grazie alla sua struttura ed al suo equilibrio, è molto versatile negli abbinamenti cibo-vino ed offre, al tempo stesso, un carattere e un’eleganza ben definita. 

Bianco di Pitigliano

L'area di produzione del DOC Bianco di Pitigliano va dal Lago di Bolsena, nel Lazio, fino a Pitigliano, in provincia di Grosseto, territorio caratterizzato da un'abbondante presenza di tufo dovuto alle eruzioni vulcaniche. Il prodotto finale è una una complessa combinazione di diversi tipi di uve: Trebbiano Toscano, qui chiamato Procanico (50-80%), Greco (denominato Grechetto), Malvasia Bianca Toscana o Verdello (minimo 20%), Chardonnay, Sauvignon, Pinot Bianco e Riesling Italico (massimo 30%).

E' un vino da bere giovane, spesso si consiglia entro l'anno dalla vendemmia. Il colore è giallo paglierino con riflessi verdastri, mentre il sapore è delicato e fresco ed il profumo netto e deciso; essendo secco e delicato, con un retrogusto distinto, sembra, talvolta, leggermente amaro. Viene spesso servito con gli antipasti, cibi dai sapori non troppo forti e piatti dalle combinazioni semplici e poco elaborate. 

Capalbio DOC

Riconosciuto come DOC nel 1999, questo vino viene prodotto con vitigni coltivati lungo il territorio che va dalla costa tirrenica fino alla località di Capalbio, anch'esso caratterizzato da un clima mediterraneo mite.

Capalbio rosso, rosè e rosso riserva: composto da una percentuale minima del 50% di uve Sangiovese ed il rimanente da un mix di uve rosse di vigneti designati, ad eccezione di quelle Aleatico; da notare che la Riserva deve essere invecchiata almeno due anni, di cui minimo sei mesi in botti di legno. 
Capalbio Bianco & Vin Santo: qui troverai il Toscano Trebbiano (min. 50%) unito alle varietà locali di bianco, ad eccezione del Moscato bianco. Il risultato è un colore giallo paglierino dal sapore fruttato, delicato e fresco, mentre il vino da dolce tipico toscano, il vin santo, è di colore giallo oro, quasi ambra, con un profumo delicato, vellutatamente armonico, ed un sapore corposo.
Capalbio Vermentino: contiene almeno l’85% di uve vermentino, mentre il rimanente è composto da vitigni di bianco locale, ad eccezione del moscato bianco. E' caratterizzato da un colore giallo paglierino con riflessi verdastri e vanta un'aroma delicato e fruttato, dal sapore deciso e secco.
Capalbio Sangiovese: richiede una percentuale minima dell'85% di Sangiovese ed ha un colore rosso rubino ed il profumo delle bacche rose. Il sapore è secco, moderatamente tanninico, corposo ed armonioso.
Capalbio Cabernet Sauvignon: con una percentuale minima dell'85% di Cabernet Sauvignon, questo vino è caratterizzato da un brio tipico del Cabernet Sauvignon, con un sapore deciso ed assolutamente tanninico.

PARRINA DOC

L'area di produzione è situata nel territorio di Orbetello, chiamata "La Parrina", che si estende per oltre 110 ettari: il Parrina DOC è ubicato interamente all'interno della più grande Ansonica Costa dell'Argentario DOC.

Il nome "Parrina" trae probabilmente origine dalla parola castigliana che sta ad indicare un pergolato dove vengono coltivati vini o fichi. Altri sostengono, invece, che l'area abbia preso il nome dall'Ordine dei Parrini, il quale aveva un monastero in questa zona nel dodicesimo secolo (sebbene l'esistenza di tale ordine sia difficile da documentare). 

Parrina Rosso & Riserva: 70% uve Sangiovese ed il resto composto da vitigni di rosso non aromatico. Il colore è rosso rubino, il profumo è delicato, piacevole, aromatico, vellutato e secco, mentre la Riserva tende al rosso granato, con un profumo intenso, corposo ed aromatico, secco, austero e notevole nel sapore. 
Parrina Rosato: 70% uve Sangiovese. Il colore è rosa brillante, il profumo delicato con note eleganti, il sapore secco e rotondo, fresco ed armonioso.
Parrina Bianco & Vin Santo: come il Bianco di Pitigliano, si tratta di un complesso mix di Trebbiano Toscano (10- 30%), Ansonica (30-50%), Vermentino (20-40%) e non più di un 20% di Chardonnay e Sauvignon. Normalmente, ha un colore giallo paglierino leggermente dorato. Il profumo è fragrante e persistente, mentre il sapore è vellutatamente asciutto con un retrogusto leggermente amaro. Il vin santo varia da giallo oro ad ambrato ed il profumo è delicato ed intenso.

Sovana DOC

La denominazione Sovana DOC si riferisce ai vini prodotti con le varietà vinicole Sangiovese, Aleatico, Cabernet Sauvignon, Ciliegiolo - una varietà locale - e Merlot. Alcune delle varietà permesse da questa denominazione includono Rosso, Rosso Riserva, Rosso Superiore e Rosato, così come i vini doc a varietà unica, prodotti con vitigni di Aleatico, Sangiovese, Cabernet Sauvignon o Merlot.

Questo vino trae il suo nome dalla località di Sovana, antica città etrusca, ed il territorio di produzione abbraccia approssimativamente le stesse aree del Bianco di Pitigliano, che vedono chiamate in causa le località di Pitigliano, Sorano e Manciano.

I vini Sovana Rosso, Rosso Superiore & Riserva sono composti da almeno il 50% di uve ed il resto con varietà di rosso locale. 

Sovana Rosso: dal colore rosso rubino con riflessi viola ed il sapore armonioso ed equilibrato. 
Sovana Riserva: caratterizzato da un intenso color rosso tendente al granato. Il profumo è fruttato con note di spezie ed il sapore è secco, corposo e persistente.
Sovana Rosso Superiore: colore rosso rubino, profumo fruttato, sapore forte, corposo, asciutto, moderatamente tanninico e leggermente salato.
Sovana Rosato: caratterizzato da un colore rosa con riflessi rossi e da un sapore delicato con intense note fruttate.

Ansonica Costa dell’Argentario DOC

Ansonica è un vino leggero e secco prodotto nei vigneti della Maremma, e più precisamente nell'area vicino ad Orbetello, Capalbio, Manciano e le Isole del Giglio ed Elba, meglio conoscita come Costa d'Argento o Argentario. Nel 1995 ha ottenuto il riconoscimento DOC ed è costituito per un minimo di 85% di Ansonica ed un massimo di 15% di altre varietà bianche. Il colore è giallo paglierino, mentre il profumo è leggermente fruttato ed il sapore asciutto ma morbido, vivace ed armonico.

L'Ansonica è una varietà vinicola vigorosa prodotta con grappoli di media dimensione e di colore giallo-verde. A causa della robusta costituzione della pianta e delle qualità organolettiche del vitigno, può esser trovato solo nel sud della Toscana e nella parte occidentale della Sicilia, dove assume il nome locale di Inzolia, anche se i vini toscano e siciliano differiscno abbastanza nel sapore.

Maremmana & Butteri

La Maremma è un'area della Toscana caratterizzata da un paesaggio alquanto spigoloso e poco affascinante; un mix di zone aride e secche, dolci e e sinuose colline e distese pianeggianti che un tempo erano infestate dalla malaria. Il bestiame che pascola in queste terre deve essere resistente e forte, così come i cowboy che guidano le greggi.

La Maremmana è la tipologia di bovino tipica di questa regione, dato che ben si adatta alle difficoltà presentate dal paesaggio e preferisce pascolare liberamente, cosa che contribuisce a quel sapore gustoso e peculiare della sua carne. Questi pittoreschi animali (sia maschi che femmine) sono caratterizzati da ampie corna, che talvolta possono essere lunghe fino a 100 cm ognuna! Quelle dei maschi assomigliano ad una luna mezza piena, mentre quelle delle femmine hanno la forma di una lira.

Nel 1890, Buffalo Bill portò il suo spettacolo (o meglio, Wild West rodeo) a Roma: La Duchessa Caetani parlò della bravura e delle capacità dei cowboys italiani (i butteri) e tutto terminò con una sfida con Buffalo Bill ed il suo rodeo. Secondo ciò che racconta la storia, i butteri dimostrarono di avere molta più esperienza della squadra di Buffalo Bill, per grande piacere e soddisfazione del pubblico italiano.

Il Buttero o i Butteri venogono festeggiati la prima domenica di agosto, giornata durante la quale si può assistere ad un'esibizione che li mostra mentre radunano il bestiame con tutte le loro abilità. E' persino possibile cavalcare insieme a loro mentre sorvegliano il bestiame nel Parco Regionale della Maremma. Il vestito tradizionale è composto da pantaloni di cotone grezzo, pantaloni stretti, giacchetto di velluto, cappello nero, un ampio mantello chiamato pastrano ed una mazzarella, ovvero un lungo bastone per radunare la mandria ed i cavalli. 

Zafferano della Maremma

E' stato documentato che lo zafferano della Maremma venisse prodotto sin dai tempi medievali - se non addirittura prima - coltivato ed usato principalmente per la tintura dei tessuti, fatto che spiega le tracce di colore rinvenute nelle vasche da bagno romane situate nella Pieve Vecchia di Campagnatico. Il periodo di coltivazione è molto ristretto, circoscritto a qualche giorno ad ottobre/novembre e per un risultato ancora migliore, i fiori devono essere raccolti a mano all'alba... Sapevi che per ottenere 0.10 grammi di zafferano si devono raccogliere ed essiccare da 150 a 200 fiori circa?

Se non hai mai sentito il vero zafferano, questa è l'occasione giusta! Verso la metà di agosto, a Marsiliana d'Albegna, una località a circa 40 km da Grosseto e 18 da Manciano, si tiene l'annuale sagra dello zafferano.

Miele di Marruca 

La Marruca (Paliurus Spina Christi) è un arbusto spinoso trovato comunemente nelle colline maremmane, che fiorisce da magio a giugno. I rami di questa pianta sono particolarmente pungenti e venivano usati come recinzione per delimitare i pascoli. 

Secondo la leggenda, la corona di spine posta sulla testa di Gesù durante la Crocefissione, era stata fatta con questa pianta.  

Il miele estratto da questa pianta ha un colore rosso ambrato ed un sapore vagamente di caramello con un retrogusto leggermente amano, particolarmente indicato come anti infiammatorio per lo stomaco e perfetto se mangiato insieme ai formaggi della Maremma.


Autore: Donna Scharnagl

Ho messo piede in Italia per la prima volta più di 25 anni fa ed ancora non ho trovato un buon motivo per andarmene. Dell'Italia amo il cibo, la cultura, la storia, l'arte, i paesaggi...ho menzionato già il cibo?! Mi definisco una studentessa a lungo termine. E così ho imparato che gli italiani hanno storie che vale la pena di ascoltare, storie che dipingono un quadro che mostra come il duro lavoro forgi il carattere, come la vita sia fatta di alti e bassi e quanto sia bello ridere.



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