Il mistero della Battaglia di Anghiari finalmente svelato?

Da qualche giorno l’attenzione dei media e della popolazione è rivolto alle evoluzioni relative alle ricerche condotte nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, per ritrovare il quadro La Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci.
Il lavoro svolto dai ricercatori guidati dall’ingegnere Maurizio Seracini, sembrerebbe avvalorare la tesi che dietro l’affresco del Vasari “La battaglia di Marciano” possa trovarsi il dipinto del genio toscano, da sempre ricercato all’interno del Salone.
Il Vasari infatti ha lasciato chiaramente capire dai suoi scritti di aver conservato l’opera, come anche che si trovi nella parte destra della parete est della Sala in quanto su quella a ovest ai tempi di da Vinci si trovavano 4 ampie finestre.

Tutto ha inizio quando Pier Soderini, gonfalonierie delle Repubblica Fiorentina incarica da Vinci di raffigurare la vittoria di Firenze datata 1440 contro le truppe milanesi nella piana di Anghiari. Il dipinto fu commissionato per celebrare con grande orgoglio l’importanza acquisita da Firenze dopo l’episodio. Diventò infatti la città più influente del Centro Italia.
L’opera datata 1503, fu lasciata incompiuta da Leonardo, il quale azzardando nuove tecniche di dipinto murale non ottenne i risultati sperati e abbandonò l’impresa.
Circa 60 anni dopo, Il Vasari fu chiamato ad affrescare con nuovi dipinti tutto il Salone dei Cinquecento, e come ci racconta la storia, oggi forse un po’ meno misteriosa, l’architetto, uomo di grande intelligenza ma soprattuto profondo ammiratore di Leonardo decise di conservare il dipinto sotto un nuovo intonaco o dietro una parete costruita appositamente.


“La Battaglia di Anghiari” riprodotta da Rubens, Louvre, Parigi

Attraverso l’uso di una sonda dotata di microcamera il team di ricercatori è riuscito a individuare sotto l’affresco del Vasari la presenza di un pigmento nero che dalle analisi chimiche sembrerebbe essere lo stesso utilizzato da Leonardo per dipingere la Gioconda e il San Giovanni Battista.
I frammenti di materiale organico ritrovate sono associabili a lacca rossa difficilmente individuabile nel normale intonaco di un muro e il colore beige presente sulle pareti è stato applicato sicuramente con un pennello. Infine l’utilizzo di scansioni radar hanno evidenziato la presenza di una cavità tra il muro su cui il Vasari ha dipinto e quello retrostante.
Le ricerche sono tutt’ora in corso, il Sindaco di Firenze Matteo Renzi sostiene in modo determinato la prosecuzione dei lavori garantendo massima tutela per le opere già presenti.

Sono più di una le prove a sostegno di questa ipotesi, che nel caso si rivelasse vera, darebbe vita all’evento culturale più importante degli ultimi anni, riconfermando Firenze come una delle città d’arte più ricche di storia del mondo. Quale altro luogo regala simili emozioni?
Alla fine stiamo parlando di un’opera realizzata dal genio dei geni, conosciuto in tutto il mondo e seguito da una fama che pochi altri vantano e potranno vantare mai. Non credete?

About Sara Turini

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