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Dicomano, perla nascosta

Nel diadema di quella terra benedetta dagli dei che si chiama Toscana, faro di civiltà, culla d’ingegni, scrigno di bellezze artistiche e naturali, sfavillano gemme che incessantemente attirano l’attenzione del mondo. Firenze, Siena, Pisa, non hanno quindi bisogno di presentazioni così come San Gimignano, Volterra, Lucca e via dicendo, troncando sul nascere un elenco, altrimenti interminabile.

Ma lo splendore di queste gemme, come ogni luce eccezionale, tende suo malgrado a rendere meno visibili perle a loro vicine, che in ogni altro contesto meriterebbero fama e notorietà. Dicomano è una di queste perle e si trova a meno di quaranta chilomentri a nord-est di Firenze.

All'incrocio del Mugello e degli Appennini

Il Repetti nel suo monumentale dizionario Dizionario Fisico-Storico del 1835, pur con qualche esitazione, ne fa derivare il nome dal latino “decumanum”, poichè i romani così chiamavano i “sentieri o stradelli che delimitavano da levante a ponente i terreni delle colonie”.

Il più antico documento che riporta questo nome risale al marzo 1103 per un contratto relativo a terreni della curia vescovile fiorentina.

Ma le origini del borgo sono molto più remote. La sua particolarissima posizione geografica l’ha reso luogo di elezione per i più antichi insediamenti umani.

Un terreno pianeggiante incuneato fra una corona di verdissimi monti. Porta d’accesso al Mugello, al Casentino e alla Valdisieve, bagnata dalle acque che il Comano, il Moscia e sopratutto la Sieve portano a valle dalle alture incombenti.

Romani, Etruschi e Longobardi

Nessuna meraviglia se qui si sono trovate estese testimonianze di civiltà etrusca e romana.

Vicinissima a Dicomano, il sito archeologico di Frascole, aperto al pubblico, dove sono stato trovati importanti resti etruschi risalenti al IV secolo A.C.

Poi arrivarono i longobardi, dalla cui stirpe guerriera emersero i diversi rami dei potentissimi Conti Guidi. Quest’ultimi usavano piazzare le loro roccaforti nei punti obbligati di transito di viandanti e merci, certamente non per ambizioni di socializzazione.

E anche nei pressi di Dicomano i Guidi posero un castello fintanto che il loro potere non si scontrò con l’espansione fiorentina. Infatti il borgo, attraverso i valichi appenninici pur non agevoli, è stato anche la vitale porta d’accesso della città del Giglio al versante adriatico.

Firenze si riforniva alle saline di Cervia e quando il Legato papale di Bologna proibì le consuete forniture alla Signoria del grano dalla Romagna, scoppiò contro il papato in esilio ad Avignone, quella che la storia chiamerà la Guerra degli Otto Santi, durata per ben tre anni.

La stessa architettura più antica del borgo con i suoi portici, testimonia visivamente gli intrecci culturali e non solo economici con l’altro versante dell’appennino.

Dicomano, grande mercatale

La posizione geografica predestinava quindi il borgo a svilupparsi, come in effetti è avvenuto, come un grande mercatale, punto di confluenza naturale delle diverse economie prevalentemente agricole e pastorali, a cui era ad un tempo porta d’accesso e di sbocco.

E siccome i dintorni rispondono ai nomi di Mugello, Romagna toscana, Casentino, Alta Val di Sieve, cioè gli ambienti più incontaminati e affascinanti di una affascinante regione, il richiamo della zona è indiscutibile.

Le fiere

Si ha notizia di importanti mercati fino dal XII secolo. Ancora oggi si tengono due notevoli fiere, solitamente collocate in primavera ed in autunno.

Nella prima settimana del mese, si svolge la cosidetta Fiera di Maggio, con mostra zootecnica, esposizione di bestiame, stand di prodotti tipici e artigianali locali. Molto apprezzate le tradizionali specialità gastronomiche. Ovviamente non mancano le consuete manifestazioni folcloristiche e ricreative di contorno.

In autunno la Fiera di Ottobre, anch’essa nella prima settimana del mese, valorizza i prodotti agricoli stagionali, come marroni, noci e si arricchisce con il folclore dei cortei storici e i tipici carri dell’uva delle comunità vicine.

Fra le due manifestazioni che hanno lontanissime origini storiche, si inserisce la Sagra di S. Onofrio. La festa del santo, protettore degli studenti e di chi ricerca le cose smarrite, ricorre il 12 giugno.

La manifestazione, molto sentita e animata da un vivace mercato dell’usato e piccolo antiquariato, si svolge in genere nei giorni festivi prossimi a quella data.

L’ Oratorio di S.Onofrio, è un interessante edificio di stile neoclassico della fine del XVIII secolo. All’interno fra l’altro, che “La Madonna dello Spedale”, un dipinto attribuito ad Andrea del Castagno.

Le chiese

Molto belle le chiese dei dintorni, che ripropongono spesso i caratteri architettonici della Pieve di Santa Maria ubicata su una collinetta del paese.

Questa importante Pieve le cui prime tracce sono anteriori all’anno Mille, presenta oggi il classico impianto basilicale a tre navate con forti arcate con muratura a vista, eleganti nella loro armoniosa sobrietà tipicamente toscana.

Nell’interno interessanti opere artistiche come un tabernacolo di scuola robbiana destinato a contenere gli olii sacri. Pregevoli gli antichi dipinti, fra cui una Madonna del Rosario attribuita a Santi di Tito, discepolo del Bronzino.

Accanto alla Pieve una massiccia torre campanaria suggerisce una antica origine militare, forse un “gardingo” d’avvistamento longobardo.

Come arrivare

Abbiamo già accennato alla felice ubicazione di Dicomano.

I collegamenti stradali si avvalgono del raccordo ferroviario Pontassieve-Borgo San Lorenzo, ma sopratutto della statale 67 Tosco-Romagnola, nonchè della cosidetta Traversa del Mugello che giungendo fino a Barberino praticamente si raccorda con l’autostrada del Sole.

Il traffico sostenuto e la bellezza del paesaggio non inducono a spingere sull’acceleratore.

Cosa vedere nei dintorni

Ma è assolutamente limitativo ricondurre l’attrattiva del paese alla posizione favorevole agli scambi commerciali.

Le espressioni “ridente cittadina” e “amena posizione”, si adatterebbero benissimo al nostro caso, se l’uso o meglio l’abuso non le avesse anestetizzate e rese poco significative.

In realtà il paese, con i suoi viali alberati, appare subito accogliente con una particolare attitudine a favorire piacevoli soggiorni. L’articolata e apprezzata offerta ricettiva della zona ne è sicura testimonianza.

Dicomano e i suoi dintorni si posizionano infatti come un eccellente campo base per soddisfare gli interessi più disparati di chi si trova da queste parti.

Il Mugello con i castelli della stirpe Medici, che da qui ha preso le mosse per determinare tanta parte della storia di Firenze e d’Italia, è a portata i mano. Più moderni e ascoltati i richiami dell’ autodromo del Mugello, del pittoresco lago di Bilancino e dei rinomati outlet.

Quasi a chilometri zero si trova invece il paese natale di Giotto, fondamentale pilastro nella storia dell’arte.

Solo un po’più lontano la casa di un altro grande della pittura: Andrea del Castagno, il cui paese natio, Castagno d’Andrea, ne ha adottato appunto il nome. Qui ha lasciato tracce formidabili il passaggio di un altro grandissimo artista dei nostri tempi: Pietro Annigoni.

Se ad attirare è il fascino spirituale o la natura più incontaminata, basta volgere la rotta ad est, per giungere ai santuari francescani della Verna e di Camaldoli, inseriti nell’incantato Parco delle foreste Casentinesi nel Casentino, dopo aver sfiorato le sorgenti dell’ Arno.

Qui inutilmente cerchereste insediamenti industrali e chi cerca una pausa dallo stress quotidiano ha solo l’imbarazzo della scelta con la certezza di non sbagliare.

Collaudati circuiti di trekking invitano gli escursionistii più dinamici, mentre rombanti colonne di motociclisti o colorate file di ciclisti, specie nei giorni di festa, sfidano i i tornanti della Futa o del Muraglione.

La buona tavola toscana

Ma la nostra perla non ha ancora svelato tutti i suoi pregi.

La buona tavola toscana ha qui una delle sue radice più schiette. Piatti semplici, figli della tradizione, sapori precisi e profumi dimenticati. Carni, salumi e formaggi spesso non a chilometri ma a “metri zero” da un territorio rigorosamente e tenacemente “ogm free”

Per il vino, quì è di casa il Chianti Rufina, una delle denominazioni del vino Chianti, che rivaleggia con il Chianti Gallo Nero, e secondo alcuni lo supera per gradevolezza al palato. Potete fare delle degustazioni alle cantine di Fattoria il Lago, per esempio. Ma con un pò di fortuna ci si può imbattere in alcuni sorprendenti vini bianchi di nicchia e nel migliore Vin Santo del nostro Paese (creato nella tenuta Frascole).

E scusate se è poco. Siete pronti per scoprire questa perla?


Autore: Umberto Romeo

Nato e cresciuto a Firenze, grazie ai soggiorni presso i nonni materni possiede una buona conoscenza della città di Siena e delle sue tradizioni. Insolitamente appassionato ammiratore di ambedue queste magnifiche città toscane a lungo rivali è da sempre interessato ai loro rapporti passati e attuali. Dopo una appagante carriera nell’ International department di una grande banca, scopre nuovi interessi nella vita di campagna e nelle ricerche sul meraviglioso territorio dove ha le sue radici. Suoi scritti in libri e riviste.



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